Il processo a Sam Bankman-Fried potrebbe slittare

In breve

  • Il processo a SBF fissato per il 2 ottobre potrebbe slittare
  • Gli avvocati chiedono una proroga sulle date di scadenza
  • Si richiede il riprino della VPN affinché SBF possa consultare i documenti

Richiesto un rinvio per il processo a SBF

Il processo penale contro Sam Bankman-Fried, fondatore ed ex-CEO di FTX, fissato per il 2 ottobre, potrebbe subire un rinvio.

Si tratta ancora un’ipotesi, dato che gli avvocati di SBF non hanno richiesto formalmente un cambio della data del processo, ma hanno comunque fatto presente questa possibilità al giudice Lewis Kaplan.

Su SBF pendono ben dodici capi di accusa, tra cui frode telematica e cospirazione. Il mese scorso erano state aggiunte quattro nuove accuse.

I legali chiedono più tempo al giudice Kaplan

Nella giornata di ieri i legali hanno depositato una lettera dove mettono in chiaro che c’è una “notevole quantità di scoperte ancora da fare prodotte alla difesa” e quindi chiedono cortesemente un aggiornamento del calendario delle scadenze.

Attualmente il Governo statunitense ha messo in elenco la scadenza delle mozioni preliminari della difesa per il 3 aprile, mentre la risposta del Governo è prevista per il 24 aprile e la risposta della difesa è fissata per l’8 maggio.

Quindi visto il

volume delle scoperte aggiuntive e della tempistica delle produzioni, potrebbe essere necessario richiedere un rinvio del processo”.

La richiesta è quella quindi di poter spostare tali date rispettivamente al 1° maggio, al 22 maggio e al 5 giugno. In sostanza la difesa chiede di prorogare le scadenze di un mese.

Come riportato dagli avvocati il Governo dovrebbe ancora inviare loro una parte sostanziosa della documentazione, compreso

il mandato di perquisizione di trenta diversi account Google e il contenuto di almeno quattro diversi dispositivi elettronici”.

I dispositivi sarebbero l’iPhone di Caroline Ellison, il portatile di Gary Wang e quelli di altri due ex-dipendenti di FTX/Alameda.

Richiesto il ripristino della rete VPN

Inoltre all’interno della lettera gli avvocati di Sam Bankman-Fried richiedono anche di poter discutere, nel corso della giornata di domani, anche delle condizioni relative alla cauzione del loro assistito.

In particolar modo la lettera cita elementi quali l’elenco dei siti web a cui SBF può aver accesso.

La richiesta riguarda l’inserimento nell’elenco del sito Share Files che “la difesa ha inavvertitamente omesso”.

Sito quantomeno importante dato che viene usato per “condividere i documenti con il nostro cliente”.

In più gli avvocati hanno sottolineato che il loro assistito non ha avuto modo di esaminare parte della documentazione, perché per farlo deve avere accesso al database tramite l’uso di una VPN.

Ma Bankman-Fried si è trovato nelle scorse settimane a vedersi proibito l’accesso alla rete VPN a seguito di alcuni accessi che hanno insospettito i procuratori federali.

Quindi ora la difesa richiede di ridiscutere questa condizione della cauzione in modo da poter aver accesso alla documentazione mancante.

Autore

Sono scrittore e articolista. Appassionato di criptovalute fin dal 2015, mi piace informarmi su tutto ciò che riguarda questo incredibile mondo.

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