Cos’è Bitcoin e come funziona

Bitcoin è una criptovaluta, anzi, è il re delle criptovalute, dominatore incontrastato del settore. Nato dall’omonima blockchain per essere un mezzo di pagamento peer-to-peer, oggi è considerato una riserva di valore, alla pari dell’oro.

Dunque, oggi Bitcoin è più utilizzato per gli investimenti che non per effettuare spese.

La sua caratteristica principale (e rivoluzionaria), è l’essere decentralizzato. Non c’è un’autorità centrale che controlla l’emissione e la circolazione di BTC: per la prima volta una moneta si è diffusa senza il controllo delle banche centrali.

In questa guida ti porteremo alla scoperta di cos’è Bitcoin e come funziona la criptovaluta con la più alta capitalizzazione di mercato, basata sulla tecnologia che sta rivoluzionando molti settori, la blockchain.

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Cos’è Bitcoin: info e dati

Nome Bitcoin
Ticker BTC
Anno di nascita 2009
Fondatore Satoshi Nakamoto
Blockchain Bitcoin
Sito https://bitcoin.org/it/
Whitepaper Bitcoin: A Peer-to-Peer
Electronic Cash System

Storia di Bitcoin

Prima di capire cosa sono i Bitcoin, bisogna addentrarsi nella sua storia. Quando è nato Bitcoin? Chi ha inventato i Bitcoin? Come si sviluppa? 

Dal 2008 al 2015, gli early days di Bitcoin

31 ottobre 2008Satoshi Nakamoto pubblica il whitepaper di Bitcoin.

3 gennaio 2009 – viene minato il genesis block, il blocco che dà origine alla blockchain di Bitcoin. 

12 gennaio 2009 – avviene la prima transazione in Bitcoin: Satoshi Nakamoto invia 10 BTC ad Hal Finney. 

22 maggio 2010 – Laszlo Hanyecz paga 10.000 BTC per comprare due pizze di Papa John’s. Questo giorno passa alla storia come il Bitcoin Pizza Day. 

Aprile 2011 – il prezzo di Bitcoin tocca il record di 29,60 dollari. Sei mesi prima valeva appena 9 centesimi. 

Agosto 2011 – il prezzo di Bitcoin è calato drasticamente fino a valere 3 dollari.

Agosto 2012 – Bitcoin torna a valere oltre 13 dollari.

Novembre 2012 – Avviene il primo halving di Bitcoin. 

Dicembre 2013 – La nuova bull run di Bitcoin porta il prezzo a 1.200 dollari.  A distanza di pochi giorni la Cina vieta le transazioni in Bitcoin alle istituzioni finanziarie e il valore di BTC si dimezza e arriva a 540 dollari. 

Periodo 2012-2015 – Grandi brand, tra cui Microsoft, lo aggiungono ai loro mezzi di pagamento, gli esperti si dividono tra gli entusiasti e gli scettici che parlano di “bolla”. 

Dal secondo halving ai record del 2017

Luglio 2016 – Avviene il secondo halving di Bitcoin.

17 dicembre 2017 – Bitcoin raggiunge il record storico di 20.000 dollari. 

Maggio 2018 – Il prezzo di Bitcoin è di nuovo calato fino a 7.000 dollari.

26 giugno 2019 – Bitcoin tocca i 13.000 dollari.

Dicembre 2019 – Il prezzo di Bitcoin è tornato a 5.000 dollari.

2020-2021 – dal panico alla gloria

12-13 marzo 2020 – Il panico che sta travolgendo i mercati finanziari alle prese con il Coronavirus, travolge anche Bitcoin che scende fino a 3.900 dollari.

11 maggio 2020 – Avviene il terzo halving di Bitcoin. 

21 ottobre 2020 – PayPal annuncia che consentirà la compravendita di Bitcoin sulla sua piattaforma e inserirà BTC nel suo sistema di pagamento.

17 dicembre 2020 – Bitcoin torna di nuovo a 20.000 dollari. 

8 febbraio 2021 – Tesla annuncia di aver investito 2 miliardi in Bitcoin e accetterà BTC come mezzo di pagamento.

14 aprile 2021 – Bitcoin raggiunge il record di 64.000 dollari.

13 maggio 2021 – Tesla sospende i pagamenti in Bitcoin (ma mantiene l’investimento).

19 maggio 2021 – La Cina vieta totalmente il mining di Bitcoin.

20 luglio 2021 – Bitcoin torna sotto i 30.000 dollari.

7 settembre 2021 – Bitcoin diventa moneta a corso legale in El Salvador, accanto al dollaro USA.

9 novembre 2021 – Bitcoin tocca un nuovo ATH a 69.000 dollari. 

2 maggio 2022 – Con l’inizio degli eventi che porta al crash del progetto Terra (LUNA) inizia la discesa repentina del prezzo di BTC.

11 novembre 2022 – La bancarotta di FTX porta BTC a crollare sotto i 16.000 dollari.

Il futuro di Bitcoin

E il 2022? È un anno ancora tutto da scrivere che è nel segno della regolamentazione

A marzo negli Stati Uniti infatti il presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo sulle criptovalute: arriverà una legislatura in materia che darà una cornice normativa non solo a Bitcoin, ma al settore crypto in generale. 

In poco più di 10 anni intanto l’orizzonte di Bitcoin si è allargato: da moneta di una community è diventata una valuta con una capitalizzazione di mercato superiore a nomi quali Meta (ex Facebook) e Berkshire Hathaway (la holding di Warren Buffett). 

Non più riservata a piccoli trader, Bitcoin è diventata anche una fonte di investimento per i grandi nomi della finanza nella forma diretta o tramite contratti e strumenti derivati. 

Il futuro è tutto da stabilire, ma parte da premesse entusiasmanti. 

Chi ha inventato i Bitcoin

L’inventore del protocollo Bitcoin e della moneta generata da questa blockchain, si chiama Satoshi Nakamoto. Qui finisce la storia e inizia la leggenda. Perché la vera identità di chi ha creato Bitcoin resta avvolta nel mistero. 

Satoshi Nakamoto infatti è uno pseudonimo che indica il creatore di Bitcoin ma che non ha un vero volto. 

Negli anni si sono susseguite numerose ipotesi. Quel che è certo è che neppure due anni dopo aver lanciato il protocollo e visto crescere l’interesse intorno a BTC, Satoshi si è congedato dalla neonata community sparendo nel nulla. Il suo ultimo messaggio postato sul forum Bitcoin.org è datato 12 dicembre 2010. In esso Satoshi spiegava che il protocollo non era resistente agli attacchi DoS e c’era ancora molto lavoro da fare. Nel post veniva nominato anche Gavin Andersen che ha preso le redini dello sviluppo di Bitcoin. 

Profilo Satoshi Nakamoto Bitcoin.org

Si dice che Satoshi Nakamoto sia morto. Lo testimonierebbero i wallet dove sono contenuti i primi Bitcoin da lui minati, un tesoro da oltre 1 milione di BTC.

Moltiplica l’attuale prezzo di BTC per 1 milione, per renderti conto di quale fortuna si nasconde nei wallet denominati Tulip Trust

Si è ipotizzato che Satoshi Nakamoto fosse lo stesso Hal Finney, lo sviluppatore informatico che fu il primo a ricevere una transazione in Bitcoin da Satoshi. Hal Finney è morto nel 2014, malato di SLA, che lo aveva portato alla paralisi.

Alcuni indizi suggeriscono che i due avrebbero lavorato, geograficamente parlando, molto vicini. Mettendo il loro modo di esprimersi a confronto, sembra che a parlare siano due persone diverse.

Ma c’è chi crede che dietro i due nomi distinti si nascondesse la stessa persona. Ad ogni modo, il corpo di Hal Finney è stato ibernato con la speranza di riportarlo in vita quando sarà ritrovata la cura per la SLA.

Chissà che alla fine non sia lui in un lontano futuro a raccontare la verità. 

Nel 2014 Newsweek annunciò di aver scoperto la vera identità di Satoshi: il suo nome completo è Dorian Satoshi Nakamoto, ingegnere giapponese residente in California.

In un lungo reportage condito anche da dichiarazioni di Gavin Andresen, che raccontava il suo rapporto con il vero Satoshi, venivano analizzate alcune analogie tra l’autore del whitepaper di Bitcoin e Dorian Satoshi Nakamoto.

Neppure una settimana dopo la pubblicazione dell’articolo, Dorian Nakamoto ha scritto al giornale per smentire quanto contenuto: non è stato lui ad inventare Bitcoin. 

Altro indiziato è l’informatico Nick Szabo. Prima che nascesse Bitcoin aveva già teorizzato una valuta decentralizzata che aveva chiamato Bit Gold. Lui ha negato, sebbene si sia aggregato allo sviluppo del protocollo. 

È chiaro che il vero Satoshi vuole restare anonimo, ammesso che sia ancora vivo. 

Per questo in pochi credono che Satoshi Nakamoto sia Craig Wright, imprenditore e informatico australiano che si è auto proclamato inventore di Bitcoin.

Craig Wright ha dichiarato di essere Satoshi nel 2016, mentre nel 2019 ha addirittura registrato il copyright per il whitepaper di Bitcoin. Una causa tra lo stesso Wright e Ira Kleiman, fratello di David Kleiman, tra i primi sviluppatori di Bitcoin, avrebbe dovuto fare luce sulla questione.

Se il giudice avesse ordinato, come chiedeva Ira Kleiman, di devolvere agli eredi dell’ex socio David la metà di quanto contenuto nel Tulip Trust (i wallet dormienti dove sono depositati 1 milione di BTC minati dal vero Satoshi), sarebbe equivalso di fatto a riconoscere in Craig Wright la persona dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

Ma la causa è finita con la condanna di Wright a pagare “solo” 100 milioni di dollari per violazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Se la giuria avesse obbligato Wright a dimostrare di possedere le chiavi di accesso al Tulip Trust, il mondo poteva avere una prova della vera identità di Satoshi. Ma niente del genere è accaduto e ad oggi la comunità di Bitcoin non riconosce in Craig Wright l’inventore di Bitcoin. 

A distanza di tanti anni, il mistero sulla vera identità di chi ha creato Bitcoin resta lontano dall’essere risolto. 

Come funziona Bitcoin

Per capire come funziona Bitcoin, dobbiamo prendere confidenza con un concetto: decentralizzazione. Bitcoin infatti si presenta come una moneta differente dalle altre perché è decentralizzata.

Questo vuol dire che non c’è un soggetto che emette la moneta o la controlla. 

Nel sistema monetario attuale, ad esempio, l’euro è emesso dalla Banca Centrale Europea. Bitcoin invece è legato ad un protocollo informatico che determina la sua politica monetaria, che è fissa e immutabile.

Sin dalla sua creazione, il protocollo ha stabilito che ci saranno 21.000.000 di BTC e questo non potrà mai cambiare. 

Il funzionamento del protocollo è determinato dalla blockchain in cui ognuno è alla pari: non c’è una gerarchia, nessuno di coloro che fanno funzionare la catena può dirsi superiore all’altro. 

La blockchain è letteralmente una catena di blocchi che hanno al loro interno le monete “minate”. Immaginala anche come un registro pubblico dove ogni transazione è registrata e immutabile, tramite un meccanismo di consenso che prende il nome di Proof of Work (PoW). 

A far funzionare la blockchain di Bitcoin, guidando il processo di estrazione delle monete e convalidando le transazioni, come detto, non c’è un ente centrale ma una community che gestisce dei “nodi” sul proprio computer.

La rete di Bitcoin è sottoposta a degli aggiornamenti tesi a migliorarla. Uno di questi, implementato nel novembre 2021, prende il nome di Taproot. Ha il compito di migliorare: 

  • la privacy, 
  • la scalabilità (cioè la velocità e i costi), 
  • la sicurezza della blockchain.  

Bitcoin inoltre è una moneta deflattiva: in pratica dovrebbe acquisire valore nel tempo mentre la sua produzione e la sua circolazione dovranno ridursi.

Questo è quello che spiega anche perché Bitcoin è considerato più una riserva di valore che un mezzo di pagamento. 

In pratica, conviene più accumularlo e aspettare che si alzi di valore piuttosto che spenderlo (o venderlo). 

Per usare Bitcoin serve un wallet che consente di ricevere, conservare e inviare Bitcoin. Ci sono poi degli exchange dove è possibile fare trading di Bitcoin. 

Se decidi di comprare Bitcoin per accumularlo nel tempo, ti basterà conservarlo in un wallet di tua proprietà (e non in quello dell’exchange!).

Se invece vuoi fare trading di Bitcoin perché vuoi guadagnare sulle differenze di prezzo, allora ti basterà scegliere la piattaforma che più si adatta alle tue esigenze e cimentarti con il processo di compravendita di Bitcoin.

Puoi anche inviare e spendere i Bitcoin. Dal tuo wallet dovrai conoscere l’indirizzo (address) del destinatario, che sia una persona fisica, piuttosto che un negozio o commerciante. L’indirizzo è un codice alfanumerico, o anche un QR code da inquadrare tramite cellulare.

Una volta inserito e confermata la transazione, solitamente paghi un costo di commissione che è la ricompensa dei validatori della transazione che stai effettuando. 

Questo processo è irreversibile. Se invii dei Bitcoin a un indirizzo sbagliato non potrai riaverli indietro.

È il lato negativo della decentralizzazione, non essendoci qualcuno a gestire il funzionamento della rete dall’alto, sei tu l’unico responsabile delle tue monete. 

Cos’è il mining di Bitcoin

Abbiamo detto che Bitcoin si basa su un protocollo blockchain che permette di creare queste monete. Questo processo prende il nome di mining

Vediamo che cos’è il mining di Bitcoin. Si tratta di un vero e proprio processo di estrazione, perché per minare Bitcoin coloro che gestiscono la blockchain devono risolvere dei calcoli complessi.

Ad eseguirli in realtà non è una persona fisica ma un computer con CPU e/o GPU con la necessaria potenza di calcolo (hashrate). 

Nei primi anni di vita, il protocollo di Bitcoin permetteva anche il mining “domestico”. In pratica era possibile fare mining di Bitcoin anche dal computer di casa propria, oppure comprando dei macchinari come i Bitman Antminer.

Ma il protocollo di Bitcoin è concepito per rallentare e complicare il meccanismo di estrazione dei Bitcoin, che richiede sempre più potenza di calcolo.  

È per questo che oggi per minare Bitcoin esistono delle vere e proprie mining farm. Il processo richiede un consumo energetico elevato, e questo ha innescato il dibattito sulla sostenibilità del mining di Bitcoin, accusato di essere eccessivamente inquinante. 

mining bitcoin

Cos’è l’halving di Bitcoin e perché è importante per il prezzo

Abbiamo detto che Bitcoin è una moneta deflattiva, che viene prodotta tramite un meccanismo che prende il nome di mining e che il protocollo è concepito in modo che l’estrazione diventi sempre più difficile.

Per questo oggi per minare Bitcoin non basta più un antminer in casa ma servono delle vere e proprie “fabbriche” e tanta, tanta energia elettrica. 

Questo avviene anche a causa di un meccanismo che si chiama halving, letteralmente un dimezzamento. A dimezzarsi in questo caso è la ricompensa che i miner ricevono ogni volta che minano un blocco della blockchain ed estraggono le rispettive monete. 

L’halving di Bitcoin avviene ogni 210.000 blocchi minati, più o meno ogni 4 anni.

Ogni volta che avviene un halving, il mining di Bitcoin diventa sempre meno conveniente per i miner e questo rallenta la produzione di nuovi Bitcoin e la loro messa in circolazione. 

Ecco perché Bitcoin è una moneta deflattiva: è impossibile produrne di più di quelle che il protocollo consente e farlo a ritmo sempre elevato. 

Se torni alla storia di Bitcoin, avrai notato che ad ogni halving è seguita una bull run. È accaduto nel 2013, nel 2017 e nel 2021, cioè un anno dopo gli halving accaduti, rispettivamente nel 2012, nel 2016 e nel 2020. 

Ogni volta, il premio per i miner si è dimezzato, in questo modo:

  • 50 BTC fino al 2012;
  • 25 BTC dal 2012 al 2016;
  • 12,5 BTC dal 2016 al 2020;
  • 6,25 BTC dal 2020 ad oggi.

Riducendo la circolazione della moneta, complicando e rendendo meno profittevole l’estrazione, e andando incontro ad una crescita della domanda, il prezzo si è alzato.

Il prossimo halving è atteso per il 2024, quando il premio per i miner diventerà di 3,125 BTC

Questo meccanismo proseguirà fino all’ultimo Bitcoin minato, cosa che dovrebbe avvenire nel 2140 circa.

Dopo che tutti i Bitcoin saranno estratti, non ci saranno più halving e i miner continueranno a mantenere la blockchain di Bitcoin incassando le fee per validare le transazioni. 

Quali problemi risolve Bitcoin

Avendo visto come funziona Bitcoin, abbiamo preso conoscenza di alcune caratteristiche che permettono di risolvere un problema fondamentale: la necessità di un intermediario nelle transazioni economiche.

Con Bitcoin se ne può fare a meno. 

Bitcoin infatti non ha un ente centrale che delibera la sua produzione e circolazione, e per le transazioni richiede semplicemente che entrambi i soggetti, chi invia e chi riceve, abbiano un wallet, non serve un provider di servizi di pagamento. 

Queste sue peculiarità lo rendono adatto anche ai cosiddetti unbanked, coloro che non hanno mai avuto accesso ad un conto corrente bancario.

Bitcoin non ha bisogno di una banca per funzionare. Basta uno smartphone. 

Ma soprattutto, Bitcoin si sta presentando come una risposta contro l’inflazione. Semplificando di molto il discorso, quando i prezzi delle materie prime e dei beni di consumo salgono, si riduce il potere di acquisto della moneta.

Bitcoin al contrario, è deflattivo, perché la sua messa in commercio è limitata e dunque il suo valore aumenta invece di diminuire. Bitcoin è diventato una risposta all’inflazione perché si sta rivelando sempre di più una riserva di valore. 

Il bene di rifugio per eccellenza in realtà è l’oro. La differenza fondamentale tra i due, è che il Bitcoin è più facile da scambiare.

Altra peculiarità del Bitcoin è la resistenza alla censura. Hai presente quando nei paesi in forte crisi economica, lo stato vieta i prelievi di denaro? Con Bitcoin questo non è possibile.

Anche il sequestro di Bitcoin è decisamente difficile da mettere in pratica, perché se i Bitcoin sono custoditi su wallet non custodial, solo il proprietario ne ha l’accesso. 

In più Bitcoin è trasparente: le transazioni sulla blockchain sono perfettamente tracciabili e visibili da chiunque, e questo risolve il problema della fiducia nelle transazioni

Sono questi alcuni dei punti forti che hanno reso Bitcoin la più importante criptovaluta al mondo. 

Perché Bitcoin ha un prezzo

Grafico storico di Bitcoin
Grafico storico di Bitcoin (fonte: Coinmarketcap)

Come puoi vedere dal grafico di Bitcoin, il suo prezzo in 10 anni è passato da pochi dollari al record di 70.000, per poi perdere consistentemente valore fino ai 16.000 dollari con cui ha terminato il 2022.

Ma perché Bitcoin ha un valore, e perché è così oscillante?

Bitcoin ha un prezzo perché sin dall’inizio si è presentato come una moneta peer to peer, ovvero, come un mezzo di scambio. Sin dall’inizio una community diventata sempre più grande e importante, gli ha attribuito un valore commerciale. 

Per questo, risponde perfettamente alle leggi del mercato, basate sulla domanda e sull’offerta. Se la domanda aumenta, il prezzo sale, al contrario, se l’offerta sul mercato è maggiore della domanda, il prezzo scende. 

Ci sono poi alcuni fattori che influenzano il prezzo di Bitcoin:

  • La supply limitata a 21.000.000 di BTC, 
  • I costi di produzione, che, in virtù dell’halving, aumentano ogni 4 anni,
  • Scenari economici più o meno favorevoli,
  • La regolamentazione più o meno stringente.

Dei primi due punti abbiamo già detto abbastanza. Rispetto agli ultimi due, pensa a cosa è successo quando è scoppiato il panico da Coronavirus nel marzo 2020: Bitcoin è crollato. Al contrario, quando ad ottobre 2020 PayPal annunciava il supporto a Bitcoin, il prezzo ha iniziato a salire.

I fatti del 2022, come il crac di Terra (LUNA) e la bancarotta di FTX hanno determinato un crollo repentino.

Per quanto riguarda le leggi, anche qui deve essere chiaro che una normativa stringente renderà Bitcoin meno attrattivo. Al contrario, leggi che ne consentono la circolazione potrebbero spingere il prezzo a crescere. 

Quali potenzialità ha Bitcoin

Bitcoin si sta rivelando una riserva di valore, al pari dell’oro. Eppure il suo prezzo ha visto negli anni fortissime oscillazioni. Secondo trader esperti però le potenzialità di Bitcoin devono ancora essere espresse in tutta la loro potenza.

Su questo influiranno alcuni fattori tra cui:

  • La regolamentazione. Molti paesi, Stati Uniti in primis, stanno iniziando a emanare norme per lo scambio di Bitcoin e questo vuol dire riconoscere il suo valore e renderlo perfettamente legale. 
  • L’ingresso degli investitori istituzionali. Questo vuol dire che su Bitcoin potrebbero essere investite grosse somme e ciò giustificherebbe un prezzo in ascesa. 
  • L’adozione di massa. Bitcoin è sempre più accettato nel mondo, addirittura uno stato, El Salvador, lo ha reso valuta legale, mentre PayPal lo ha inserito nella sua piattaforma. Più Bitcoin esce dalla nicchia, più diventa di massa, più la sua diffusione è destinata a sprigionare potenzialità, non solo nel prezzo ma anche nell’utilizzo. 

Uno degli analisti più noti di Bitcoin, PlanB, colui che ha inventato il modello Stock2Flow (S2F), è convinto che presto Bitcoin raggiungerà i 100.000 dollari. In realtà avrebbe dovuto già raggiungerli a dicembre 2021, ma ciò non è avvenuto, perché la corsa di BTC si è fermata a 69.000 dollari a novembre.

Bitcoin Stock to Flow

La sua previsione è stata ora spostata al 2023, cioè un anno prima del quarto halving di Bitcoin. 

Per quanto riguarda invece la rete di Bitcoin, questa è soggetta ad alcuni aggiornamenti e implementazioni che possono apportare significativi miglioramenti. Uno di questi è Lightning Network.

Si tratta di un layer 2, cioè di un secondo livello della blockchain, che consente microtransazioni con costi di commissione ridotti e tempi più rapidi. L’espansione dell’utilizzo di Lightning Network permetterà di accelerare la diffusione di Bitcoin anche come mezzo di pagamento.

Quali rischi presenta Bitcoin

Se stai pensando di investire in Bitcoin per diventare ricco in breve tempo, dobbiamo metterti in guardia: arricchirsi con Bitcoin non è così semplice come sembra. 

Bitcoin infatti ha alte potenzialità, è vero, ma la storia e i contesti politico economici potrebbero cambiare rapidamente e quelle che potrebbero sembrare grandi prospettive oggi, potrebbero trasformarsi in grossi buchi nell’acqua, nel lungo periodo.

Tutte le previsioni su Bitcoin che leggerai, si basano su scenari costanti. Quello che poi riserva il futuro, è imprevedibile, come non era prevedibile il Covid-19 nel 2020 e una guerra in Europa nel 2022.

Sul breve periodo invece, ti deve essere chiaro che il prezzo di Bitcoin può essere molto volatile e soggetto a oscillazioni brusche e repentine. Nello spazio di poche ore potresti trovarti a guadagnare il 20% o a perdere il 40%. 

Ricorda che investire, per quanto possa sembrarti facile, non è un gioco. Ci sono in ballo dei soldi, i tuoi soldi. 

Come comprare Bitcoin

Ora che ti abbiamo messo in guardia sui rischi connessi al trading, è arrivato il momento di mostrarti come e dove comprare Bitcoin. 

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Queste, secondo noi, sono le migliori piattaforme dove comprare Bitcoin. 

Si distinguono per numero di criptovalute listate, metodi di pagamento accettati, depositi minimi, licenze, utenti e costi di commissione. 

A nostro avviso, Crypto.com è molto facile da usare, mentre Binance è più conveniente in quanto a fee. Su eToro invece potrai acquistare non direttamente Bitcoin, ma negozierai i CFD basati su Bitcoin, contratti per differenza che replicano il valore di BTC. 

Bitcoin è legale

In Italia comprare, vendere e fare trading di Bitcoin è legale, o meglio non c’è niente che lo vieti. Anzi, Bitcoin come le criptovalute sono persino soggette a prelievo fiscale. In altri termini, sui guadagni in Bitcoin si pagano le tasse.

Dunque, sebbene manchi ancora una regolamentazione chiara, la legge italiana è perfettamente consapevole che esistono i Bitcoin e le autorità vigilano e intervengono all’occorrenza.

Lo ha fatto l’Agenzia delle Entrate per chiarire come applicare la tassazione, lo ha fatto la Consob (l’autorità di vigilanza dei mercati), all’occorrenza per segnalare e bloccare alcune piattaforme di trading non in regola.  Lo ha fatto il Governo italiano che con la legge di Bilancio 2023 ha imposto una nuova tassazione. 

Come custodire Bitcoin: i wallet

È giunto il momento di capire cos’è un wallet Bitcoin. È uno dei punti chiave del funzionamento dei Bitcoin: si tratta dei portafogli digitali dove poter custodire BTC. I wallet Bitcoin possono essere di due tipi:

  • custodial;
  • non custodial;

A fare la differenza è la custodia delle chiavi private. Il wallet custodial è centralizzato, e questo vuol dire che le chiavi private sono tenute da un ente (solitamente un exchange o un servizio analogo). 

Se scegli un wallet non custodial sarai il solo responsabile delle tue chiavi private, della seedphrase, delle password e di ogni sistema di sicurezza. 

I wallet si dividono anche tra:

  • hot wallet (online)
  • cold wallet (offline). 

Solitamente i cold wallet sono considerati più sicuri in quanto sono online solo per il tempo strettamente necessario ad eseguire le transazioni, poi vengono messi offline e dunque sono al riparo da attacchi hacker. 

Electrum

Uno degli hot wallet Bitcoin più noti è Electrum. Nato nel 2011, oggi può essere usato su sistemi Linux, Windows, MacOS e Android. Non è disponibile per iOS.

Mantiene le chiavi private al sicuro e permette di recuperare i fondi tramite seed phrase.

Ledger Nano X

Tra gli hot wallet per Bitcoin, si fa notare Ledger Nano X, il top di gamma di Ledger. È un dispositivo che consente di effettuare operazioni solo se connesso allo smartphone via Bluetooth, o al computer via cavo USB, confermando tramite tasti fisici presenti sul device.

Una volta spento e disconnesso, i fondi sono al sicuro da qualsiasi attacco.

Cooperazioni di Bitcoin

Essendo Bitcoin decentralizzato, non avendo un’azienda alle spalle, non si può parlare di Bitcoin associandolo a un brand come fosse una partnership. 

Però Bitcoin è comunque associato ad importanti brand, che abbiamo già citato.

  • Tesla, ha investito 2 miliardi di dollari in Bitcoin;
  • PayPal, ha aperto alla compravendita di Bitcoin e consente ai suoi commercianti di accettarlo come mezzo di pagamento (per ora negli Stati Uniti e nel Regno Unito).

E poi c’è uno Stato che si può associare a Bitcoin: è il piccolo paese di El Salvador, nel Centro America, dove dal settembre 2021 Bitcoin è moneta a corso legale.

Ciò vuol dire che tutte le attività pubbliche e private sono obbligate ad accettare pagamenti in Bitcoin, che si affianca al dollaro USA. Anche gli stipendi possono essere pagati e ricevuti in BTC. 

Le alternative a Bitcoin

Oggi sul mercato ci sono quasi 20.000 criptovalute. Di queste, forse nessuna è in grado di competere con Bitcoin per le sue caratteristiche di deflattività, riserva di valore e per la sua capitalizzazione di mercato, che è arrivata anche a toccare 1.000 miliardi di dollari. 

Nome Market Cap
Bitcoin Cash (BCH)
Litecoin (LTC)
Wrapped Bitcoin (WBTC)

Tuttavia alcune criptovalute hanno caratteristiche simili da presentarsi come alternative a Bitcoin. 

Bitcoin Cash

La prima criptovaluta che può considerarsi alternativa a Bitcoin, è Bitcoin Cash. Si tratta di un fork di Bitcoin, ovvero di uno sdoppiamento della catena, nato nel 2017. 

Con Bitcoin, condivide il sistema di validazione delle transazioni basato su PoW, e il numero massimo di coin, 21.000.000, ma prevede blocchi più grossi che di conseguenza contengono più transazioni.

Rispetto a Bitcoin, Bitcoin Cash si presenta più scalabile perché lo scopo, come dice il nome, è avere una blockchain che consenta transazioni rapide così che la moneta possa essere usata anche come mezzo di pagamento. 

Bitcoin Cash è disponibile sulla maggior parte degli exchange, tuttavia è molto meno accettata rispetto a Bitcoin come mezzo di pagamento, sebbene si presti maggiormente proprio a questo

Litecoin

Litecoin è una delle criptovalute più “datate” dopo Bitcoin. È nata nel 2011 proprio per essere un’alternativa più leggera, lite, appunto, di Bitcoin. Se Bitcoin viene considerato l’oro digitale, Litecoin si presenta come l’argento digitale. 

Come Bitcoin, è una criptovaluta decentralizzata che si produce tramite mining, con meccanismo di consenso PoW.

Come Bitcoin, ha degli halving che dimezzano i premi dati ai miner. A differenza di Bitcoin, la sua supply è limitata ma più alta e fissata a 84 milioni di coin. 

Litecoin è presente sulla maggior parte degli exchange dunque la sua compravendita e il trading sono abbastanza facili, mentre è molto meno utilizzata come mezzo di pagamento nonostante si presti molto meglio di Bitcoin per la sua scalabilità e “leggerezza”. 

Wrapped Bitcoin

L’ultima alternativa che ti presentiamo a Bitcoin si chiama Wrapped Bitcoin. Ha lo stesso valore di Bitcoin perché altro non è che Bitcoin rappresentato su rete Ethereum. 

È un token ERC20 che è stato creato per permettere a chi possiede BTC di entrare nell’ecosistema di Ethereum, per questo il suo valore è in rapporto 1:1 con quello di Bitcoin. 

Per “minare” Wrapped Bitcoin, i detentori di BTC devono bloccarlo su un apposito protocollo, mentre per riavere i Bitcoin andrà “bruciato” cioè distrutto, il corrispondente quantitativo di WBTC. 

A differenza delle altre due alternative che abbiamo visto, Bitcoin Cash e Litecoin, Wrapped Bitcoin non è un mezzo di pagamento ma nasce per portare Bitcoin nella finanza decentralizzata.

La sua gestione inoltre è centralizzata in quanto i BTC che permettono il rilascio di WBTC sono custoditi da BitGo, società californiana che ha avviato il progetto. 

Conclusioni

Siamo giunti alla conclusione di questo lungo percorso su cos’è Bitcoin, come funziona, qual è la sua storia, quali le sue potenzialità di Bitcoin.

Bitcoin in poco più di 10 anni ha colpito il mondo della finanza. È nato nel 2008, l’anno che è passato alla storia per la crisi dei mutui subprime e il fallimento della Lehman Brothers, come fosse una risposta a quello stato di cose.

In sé, Bitcoin deposita un concetto rivoluzionario: un’economia senza intermediari, senza banche, senza enti centrali.

Anni dopo la sua nascita, le banche si stanno adeguando a Bitcoin e Bitcoin sta convivendo con le banche, ma i cambiamenti che sta apportando, non possono essere ignorati. 

Il mondo con Bitcoin non sarà più lo stesso. Bitcoin è una moneta e una tecnologia ancora molto giovane, e c’è da scommettere che ha ancora tanto da dimostrare e tanto da dare.

Ricorda che questa è una guida e non un consiglio di investimento. Fai attente valutazioni prima di investire.

FAQ

Che cosa sono i Bitcoin in parole semplici?

Bitcoin è il nome di una moneta elettronica, la prima criptovaluta lanciata sul mercato, decentralizzata, il cui funzionamento è regolato dall’omonima blockchain.

Come funzionano i Bitcoin?

Bitcoin è un mezzo di pagamento, una moneta che può essere comprata, scambiata e venduta sul mercato e custodita in un apposito portafoglio digitale, detto wallet. È una moneta decentralizzata, che nessuno può controllare.

Quanto mi costa un Bitcoin?

Il prezzo di Bitcoin non è fisso, anzi è molto volatile. Basti pensare che a novemre 2021 ha sfiorato i 70.000 euro e a dicembre 2022 valeva 16.000 euro.

Cosa c’è dietro i Bitcoin?

L’inventore di Bitcoin resta anonimo, nascosto dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. A gestire BTC ora è una community.

Autore
Content Manager

Giornalista ed appassionata di criptovalute, sono nel settore dal 2018. Credo nelle potenzialità della tecnologia blockchain e delle crypto ma mi tengo a distanza dalle meme coin. Mi definisco un essere estremamente razionale.

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