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Le criptovalute sono monete digitali create grazie alla tecnologia blockchain. Nascono come monete decentralizzate, cioè da utilizzare senza un’autorità centrale che le emetta e ne regoli la circolazione.
Originariamente erano concepite come mezzo di pagamento. Con il passare del tempo sono diventate strumenti di investimento, speculazione, ma anche utility, o meglio utility token, cioè hanno un uso specifico connesso alla blockchain.
In questa guida scopriremo cosa sono le criptovalute e come funzionano. Analizzeremo la loro storia e daremo uno sguardo al futuro.
Vedremo anche come e dove comprare crypto e scopriremo dove custodirle.
Iniziamo.
Tendiamo a pensare che le criptovalute nascano con Bitcoin. In realtà di “criptovalute”, o comunque di una moneta elettronica protetta da crittografia, si parla già tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.
Potremmo dire che in principio fu DigiCash. Si tratta di un’azienda fondata da David Chaum, esperto in crittografia, che giò nel 1982 aveva presentato un documento dal titolo Blind signature for untraceable payment.
Nel 1990 David Chaum fondò DigiCash, azienda con cui avrebbe dovuto creare una moneta elettronica che garantisse transazioni digitali sicure e anonime. Fu un precursore, ma in un’epoca in cui l’e-commerce e internet non erano ancora troppo diffusi, DigiCash non aveva un futuro e per questo nel 1998 dichiarò fallimento.
Nello stesso anno un informatico, Nick Szabo, lavora sulla sua valuta digitale: il Bit Gold. Bit Gold è considerato il vero pioniere di Bitcoin in quanto era concepito come una moneta digitale prodotta tramite un algoritmo di consenso che ricorda molto la Proof of Work utilizzata tuttora dal mining di Bitcoin. Bit Gold non vide mai la luce.
Bisognerà attendere altri 10 anni affinché un anonimo inventore o un gruppo, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, lanci il whitepaper di Bitcoin “A peer-to-peer electromic cash system”.
Bitcoin vede la luce ufficialmente il 3 gennaio 2009 con il genesis block, il primo blocco della sua blockchain. Una community di appassionati iniziò presto ad utilizzarlo come mezzo di pagamento.
Rimarranno nella storia i 10.000 BTC pagati da Laszlo Hanyecz per 2 pizze.
E mentre Bitcoin iniziava a farsi largo in un mondo dove l’utilizzo di internet cresceva, nascevano i primi exchange dove poter scambiare dollari USA per BTC.
Il primo in assoluto si chiamava bitcoinmarket.com. Permetteva pagamenti con PayPal.
Ma quello destinato a monopolizzare il mercato aveva un altro nome: Mt. Gox. Questo exchange fallì nel 2014 a seguito di numerosi attacchi hacker.
Altre piattaforme erano nate nel frattempo, tra cui Coinbase e Kraken. Binance arriverà solo nel 2017.
Nel frattempo nascevano anche altre criptovalute che puntavano a risolvere i problemi che BTC lasciava insoluti. Il 2011 è l’anno della nascita di Litecoin, una versione “lite” di Bitcoin.
La versione ironica di BTC invece prende il nome di Dogecoin, oggi considerata la principale memecoin del mercato. L’attuale seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, Ethereum, viene lanciata nel 2015.
E mentre BTC rivoluziona il mondo della finanza con i suoi “pump e dump” di prezzo, Ethereum cambia il mondo della blockchain introducendo gli smart contract, che diventano la base della Finanza Decentralizzata (DeFi).
Oggi il settore è popolato da oltre 20.000 criptovalute e 500 exchange crypto.
BTC resta la regina incontrastata del settore delle criptovalute nonostante il calo drammatico del prezzo dal record vicino ai 70.000 dollari di novembre 2021.
Ethereum invece domina il settore della DeFi e degli smart contract mentre altre blockchain con i loro token si fanno avanti.
Il futuro però ancora tutto da scrivere.
Se vogliamo far risalire la nascita delle criptovalute alla nascita del Bitcoin, allora non ci sono dubbi: l’inventore delle criptovalute è il fondatore di BTC, Satoshi Nakamoto.
Del misterioso inventore di Bitcoin però si sa ben poco. Satoshi Nakamoto è uno pseudonimo. Particolarmente attivo nel forum Bitcointalk, dedicato proprio a BTC, lasciò il suo ultimo messaggio nel dicembre 2010.
Una menzione la merita anche colui che è considerato il principale fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, un giovane ragazzo canadese di origini russe.
Con ETH ha l’intuizione di creare una blockchain che possa lanciare dei programmi e degli altri token. È una svolta che cambia per sempre il mondo crypto.
A Vitalik Buterin va un altro grande merito: l’aver portato Ethereum a superare un altro “limite” di Bitcoin, abbandonando la Proof of Work in favore della Proof of Stake come meccanismo di consenso. Ma di questo parleremo meglio tra poco.
Per capire come funzionano le criptovalute, dobbiamo fare un passo indietro e spiegare cos’è la blockchain.
Con blockchain si intende la tecnologia su cui poggiano le criptovalute. Si tratta di un registro condiviso da nodi gestiti da una rete connessa via computer. Il “libro mastro” contiene informazioni che prendono il nome di blocchi.
Quando queste informazioni vengono validate dalla rete di nodi tramite un meccanismo di consenso, si produce un anello della catena. Le informazioni contenute nei blocchi sono immutabili.
Questa struttura di funzionamento decentralizzata è il cuore del funzionamento delle criptovalute. La blockchain è il registro delle transazioni. I nodi sono gestiti da miner o validator, i quali non solo convalidano le transazioni, ma percepiscono una ricompensa (in criptovaluta) per il loro lavoro che serve anche a produrre altra moneta.
I protocolli di consenso determinano come funziona la blockchain e di conseguenza, come vengono prodotte le criptovalute. Questi i più noti:
Parlare di “mining” per tutte le criptovalute non è corretto. Vengono minate solo le criptovalute che usano la Proof of Work. Oltre a Bitcoin, usano la PoW Dogecoin e Litecoin.
La PoW è considerato il metodo più sicuro di produrre e validare le transazioni sulla blockchain, tuttavia è anche il più dispendioso dal punto di vista energetico, e questo ha causato un ampio dibattito sul futuro e la sostenibilità di Bitcoin.
Abbiamo parlato di sicurezza delle criptovalute. A scanso di equivoci, il termine “sicurezza” in questo caso si riferisci alla sicurezza della blockchain e non alla sicurezza dell’investimento.
Per essere sicura, una blockchain deve mantenere l’efficienza e la decentralizzazione.
La blockchain di Bitcoin è considerata sicura perché è difficile che un’autorità ne possa assumere il controllo. Il suo protocollo di consenso richiede talmente tanta energia che sferrare un attacco non sarebbe affatto conveniente.
Un attacco per prendere il controllo della blockchain prende il nome di attacco del 51%. In questo caso ci sarebbero dei miner/validatori in grado di prendere il controllo di oltre la metà dei nodi. Su Bitcoin è praticamente impossibile.
Le blockchain che producono criptovalute sono sicure proprio perché decentralizzate per cui il loro funzionamento poggia sul consenso e sulla fiducia che i miner/validatori hanno gli uni degli altri.
Tutto questo impedisce il fenomeno del double spending, cioè di una stessa crypto spesa due volte, appunto perché le transazioni sono immutabili ed è impossibile alternarle.
Una volta create, le criptovalute vengono immesse sul mercato. Possono essere acquistate sugli exchange o scambiate dagli utenti.
Possono essere usate come mezzo di pagamento.
Oppure possono venire usate per interagire con la blockchain di appartenenza.
In ogni caso è fondamentale avere un wallet dove poterle custodire. Per inviarle basta conoscere l’address del destinatario, di solito un codice alfanumerico o un QR code.
Bitcoin nasce come mezzo di pagamento peer-to-peer. Questo era lo scopo iniziale delle criptovalute: essere una moneta decentralizzata, al riparo da qualsiasi autorità centrale.
Con il tempo, con la nascita di nuovi token e con l’apprezzamento che alcune tra le criptovalute principali hanno sperimentato, il contesto è un po’ cambiato.
L’utilizzo delle criptovalute è essenzialmente legato anche alla loro tipologia.
Le criptovalute inizialmente vengono scambiate per comprare beni e servizi. Questo è uno dei primi usi di Bitcoin e delle monete che nascono successivamente, come Litecoin e Dogecoin.
L’ascesa di prezzo di Bitcoin e di Ethereum ha reso queste due criptovalute in particolare un mezzo di investimento, una riserva di valore. Proprio per questo Bitcoin è stato spesso paragonato all’oro.
Questo è l’utilizzo che si fa di criptovalute come Bitcoin, Ethereum o le stablecoin quelle monete che hanno il valore stabile e legato di solito a una valuta fiat (principalmente il dollaro).
Le criptovalute sono diventate uno strumento speculativo. Il loro prezzo volatile, l’alto numero di strumenti finanziari che circolano, e che hanno come sottostante le crypto, permette agli investitori più abili di investire nel breve periodo speculando sul prezzo, al rialzo o al ribasso.
È questo (ma non solo) soprattutto il caso di quelle criptomonete che non hanno uno scopo ben preciso e che nascono a fini goliardici, come le meme coin.
Alcune monete non nascono espressamente come mezzo di pagamento, ma con una utilità legata alla blockchain. XRP ad esempio è concepita da Ripple per consentire scambi veloci transfrontalieri.
Altri token sono legati agli utilizzi della blockchain. È il caso di ADA, o SOL, il cui uso è legato ai vari progetti che nascono sulle rispettive blockchain (Cardano e Solana).
In questo caso le criptovalute vengono usate per consentire le transazioni alla base di quei progetti.
I termini “criptovaluta” e “token” sono spesso usati come sinonimi, ma in realtà racchiudono dei concetti diversi, connessi al rispettivo uso.
Quando parliamo di criptovalute intendiamo la moneta nativa di una blockchain. Ether è la criptovaluta nativa della blockchain di Ethereum.
I token invece sono delle monete che nascono su blockchain già esistenti: Shiba Inu è un token ERC20 sulla blockchain di Ethereum e che nasce tramite smart contract.
Ogni criptovaluta si ritiene unica. Ma quante criptovalute esistono? Attualmente sono oltre 20.000. Questo però non vuol dire che esistano 20.000 blockchain.
Molte criptovalute in realtà sono token che usano altre blockchain.
Puoi trovare le criptovalute in elenco su portali come Coinmarketcap o Coingecko. In questi siti troverai delle classifiche che indicano anche valori come capitalizzazione di mercato, volumi, supply (cioè la fornitura), guadagni e perdite.
Vediamo ora di capire perché le criptovalute hanno un prezzo e anche perché sono diventate così importanti nell’epoca contemporanea.
Il prezzo delle criptovalute è stabilito, molto semplicemente, dalla legge basilare del mercato: quella della domanda e dell’offerta.
Prendiamo ad esempio la criptovaluta per eccellenza, Bitcoin. Ha una supply (e quindi un’offerta limitata). Quando molti investitori fanno richiesta di Bitcoin, il prezzo di BTC si alza.
Nei momenti di panico, invece, gli investitori, grandi o piccoli che siano, decidono di vendere e se l’offerta supera la domanda, il prezzo crolla.
Ma a determinare il valore delle criptovalute concorrono anche altri fattori.
L’utilizzo che se ne fa è uno di questi, perché trascina la domanda. Se una criptovaluta o un token sono altamente richiesti, il loro prezzo sale.
È il caso di Ethereum negli anni del boom della DeFi o degli NFT, settori dove la blockchain di Ethereum dominava incontrastata e questo richiedeva un alto uso di ETH.
L’andamento del mercato in relazione ai contesti socio economici sono un altro fattore che smuove il prezzo delle criptovalute.
Il mercato crypto è sempre più legato ai mercati finanziari tradizionali, per cui, le turbolenze che investono quest’ultimo non lasciano indenne neppure le criptovalute.
Abbiamo visto come nel marzo 2020, quando il mondo fu travolto dal panico legato alla diffusione del Covid, anche le crypto subirono un tracollo.
In momenti di crisi, in caso di alta inflazione, le criptovalute tendono ad acquistare valore perché sono viste come rifugio dalla svalutazione delle monete locali.
Tutti questi fattori costituiscono punti di forza e punti di debolezza delle criptovalute.
La potenzialità delle crypto è legata al loro essere decentralizzate, al riparo da autorità centrali che possono stabilire modalità di circolazione e valore.
È questo il loro punto di forza principale: le criptovalute sono un valore che può essere messo in circolazione senza bisogno di una terza parte che controlli la transazione.
Le criptovalute deflattive, come Bitcoin, inoltre, tendono ad apprezzarsi proprio perché la loro offerta sul mercato è destinata a ridursi.
Le criptovalute, infine, sono state considerate un mezzo per portare denaro anche a chi è bankless o unbanked, o come vengono definite tutte quelle persone che non hanno un conto in banca.
Perché in realtà per usarle basta un cellulare ed un wallet.
Le criptovalute hanno rischi da non sottavalutare.
Il primo è la volatilità. Il prezzo delle criptovalute non è fisso ed è sottoposto a continui oscillamenti per i motivi precedentemente elencati.
Basti pensare che nel 2021 con la cosiddetta bull run si è assistito ad una corsa dei prezzi verso picchi mai visti: BTC ha lambito i 70.000 dollari, ETH ha toccato i 4.800 dollari. Nel 2022 la crisi del mercato ha portato a veri e propri tracolli. La maggior parte delle crypto ha perso l’80-90% del proprio valore.
Diversi progetti sono falliti, uno su tutti, Terra (LUNA), che ha visto il suo prezzo passare da 120 dollari a zero nel giro di poche settimane.
Il settore è giovane ed è questo il suo rischio maggiore: è ancora molto instabile e ogni evento avverso provoca degli scuotimenti. Successe nel 2014 quando fallì Mt. Gox, e la storia si è ripetuta nel 2022 con la bancarotta di FTX.
Anche gli attacchi informatici sono un rischio da tenere in considerazione. Le maggiori piattaforme ne sono state vittime. Negli anni passati è successo a Binance, Bitfinex, Crypto.com.
Starà a te proteggere le tue criptovalute dai rischi connessi ad attività fraudolente facendo attenzione alla piattaforma scelta e al metodo di custodia.
Sfatiamo un mito: guadagnare con le criptovalute è tutt’altro che scontato, per i motivi spiegati precedentemente.
Si può investire in criptovalute tenendo sempre in considerazione che stiamo parlando di attività ad alto rischio.
Detto questo, ci sono dei modi per guadagnare con le criptovalute.
È venuto ora il momento di spiegare come comprare criptovalute.
Prima di tutto dovrai conoscere la criptovaluta che vuoi acquistare.
Per questo è importante documentarti, leggere il whitepaper (cioè un documento che illustra scopi e caratteristiche della crypto), conoscere andamento di prezzo e vedere grafici aggiornati in tempo reale.
Questo è un piccolo vademecum su come iniziare con le criptovalute. Solo dopo sarai pronto a comprare.
Il mercato oggi è pieno di piattaforme che permettono di investire in criptovalute, ma bisogna fare delle distinzioni tra exchange e broker quando si sceglie dove comprare crypto.
Gli exchange sono delle piattaforme di compravendita della vera e propria criptovaluta.
Acquisterai proprio l’asset legato alla blockchain e come tale potrai utilizzarlo, per tutte le attività spiegate precedentemente: dal mezzo di pagamento all’investimento di lungo periodo oppure potrai usarlo per interagire con la blockchain proprietaria e i progetti ad essa connessi.
Sui broker invece farai trading di CFD crypto. CFD è un acronimo che sta per contract for difference. Sono contratti derivati che replicano l’andamento di prezzo dell’asset sottostante.
Il trading con i CFD non porta all’acquisto della criptovaluta. Per questo non ti servirà nessun wallet, e se sei abbastanza abile potrai guadagnare anche quando il prezzo scende. Perché i CFD servono essenzialmente per speculare sul prezzo.
Tra i migliori exchange crypto, ti segnaliamo: