Aumento energetico per il mining di Bitcoin: l’Unione Europea corre ai ripari

In breve

  • Il mining da Bitcoin ha prodotto il 42% di consumo energetico
  • Il ‘Bitcoin Mining Council’ rende pubblici i dati dei consumi
  • L’Unione Europea prende di mira il mining di criptovalute

Oltre il 41% di consumo energetico dal mining di Bitcoin

La crisi energetica si sta facendo sentire ormai in qualsiasi campo dell’economia ed era plausibile che prima o poi questa si facesse sentire anche nel settore delle criptovalute. Infatti, secondo un report, il consumo energetico del mining di Bitcoin è aumentato di quasi il 42% nell’arco degli ultimi 12 mesi.

Nonostante ci siano stati dei notevoli sviluppi dal punto di visto dell’efficienza energetica le preoccupazioni in merito a questo aumento di consumo potrebbe portare le autorità che gestiscono la regolamentazione a decidere di bloccare il mining delle criptovalute.

I dati degli aumenti dal report del BMC

La ragione che sarebbe alla base di questa possibilità si trova nel rapporto che ha messo nero su bianco gli aumenti di energia per il mining del Bitcoin. Il rapporto arriva proprio dal ‘Bitcoin Mining Council’, che ha evidenziato come il mining della famosa criptovaluta consumi lo 0,16% dell’intera produzione energetica globale.

Inoltre il mining del Bitcoin ha prodotto un’emissione dello 0,10% di carbonio su base globale, ma nel rapporto questa percentuale è stata ritenuta trascurabile.

In un tweet del 18 ottobre Michael Saylor ha specificato come “nel terzo trimestre del 2022 l’efficienza mineraria del Bitcoin è aumentata del 23% su base annua”, inoltre anche il mix energetico è aumentato del 9,4% rispetto al 50% precedente.

Secondo la società ‘Glassnode’ questi aumenti sono dovuti “all’hardware di mining più efficiente”. Ma tutto questo sta mandando nel panico il ‘Bitcoin Mining Council’ in quanto sostiene come questi aumenti potrebbero scatenare l’ira della autorità predisposte alla regolamentazione.

Da Greenpeace all’UE: tutti contro il mining

Se da una parte c’è lo spettro delle autorità che potrebbero decidere, stavolta in maniera certa, di sospendere il mining del Bitcoin, dall’altra parte ci sono anche le associazioni ambientalistiche, come ad esempio Greenpeace, che stanno manifestando il loro dissenso rispetto al consumo energetico prodotto dal mining.

Il 17 ottobre Greenpeace USA in un suo tweet ha chiaramente detto che “l’estrazione di Bitcoin sta portando milioni di tonnellate di nuovo inquinamento dal riscaldamento globale negli Stati Uniti”.

Sulla linea di questi dissensi anche l’Unione Europea ha deciso di rilasciare una documentazione al fine di poter attuare il Green Deal europeo, la cosa ovviamente interessante è che all’interno di questo piano figurano proprio le attività di cripto-mining.

La Commissione ha deciso quindi di mettere in atto delle misure mirate al fine di poter ridurre il consumo energetico che deriva dall’attività di mining di criptovalute. Ora non resta che vedere cosa accadrà nel prossimo futuro.

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Autore

Sono scrittore e articolista. Appassionato di criptovalute fin dal 2015, mi piace informarmi su tutto ciò che riguarda questo incredibile mondo.

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