Il giudice nega la libertà su cauzione a Bankman-Fried
In breve
- Respinta la richiesta di libertà su cauzione
- SBF sarà tenuto in custodia fino all’8 febbraio 2023
- Sam Bankman-Fried rischia fino a 115 anni di carcere
Negata la libertà su cauzione a SBF
Dopo l’arresto alle Bahamas gli avvocati di Sam Bankman-Fried, ex-CEO di FTX, sono già all’opera per il loro assistito.
Il team di avvocati subito dopo l’arresto di SBF ha inoltrato la richiesta di libertà su cauzione, ma il giudice bahamense, JoyAnn Ferguson-Pratt, ha negato la richiesta motivando la sua decisione con il fatto che l’ex-enfant prodige delle criptovalute potrebbe fuggire.
Il team legale di Bankman-Fried non si è comunque limitato alla sola richiesta di libertà su cauzione di 250mila dollari, infatti al tribunale era stata notificata l’intenzione di contrastare l’ordine di estradizione negli Stati Uniti.
CoinDesk racconta il procedimento in tribunale
Secondo quanto raccontato da CoinDesk Sam Bankman-Fried si è presentato in un tribunale di Nassau alle 10.30 ora locale di ieri.
L’avvocato di SBF prima di cominciare il procedimento giudiziario ha chiesto al giudice
“il permesso di consentire al suo cliente di assumere un farmaco prescritto”.
Il giudice ha permesso quindi all’imputato di lasciare l’aula per una manciata di minuti al fine di consentirgli di mettere dei cerotti antidepressivi.
Una volta rientrato in aula SBF si è dimostrato essere molto più calmo.
Ad assistere al procedimento erano presenti anche i genitori di Bankman-Fried, che hanno dimostrato uno stato d’animo tra l’astio e lo sconforto.
Barbara Fried ha persino riso in modo forte e chiaro
“quando suo figlio è stato definito un ‘fuggitivo’ e suo padre di tanto in tanto si metteva le dita nelle orecchie come per attutire il rumore del procedimento”.
A quel punto l’avvocato di SBF ha chiesto al giudice di
“prendere in considerazione l’idea di consentire all’ex-CEO di versare una cauzione in contanti”
dal momento che non c’era alcun rischio di fuga dato che il suo assistito viveva da molti anni alle Bahamas.
La richiesta è stata però respinta in quanto
“il trattato di estradizione con gli Stati Uniti richiedeva che l’imputato fosse tenuto in custodia”.
L’avvocato ha quindi spiegato che “la custodia è incoerente con l’atto di cauzione”, inoltre ha sottolineato come Bankman-Fried avrebbe potuto darsi alla fuga “quando le emissioni di FTX sono diventate pubbliche, ma non lo ha fatto”.
Ma ciò non ha fatto smuovere di un millimetro il giudice dalla decisione e questo per il fatto che ci sono stati casi in cui “gli imputati hanno perso la cauzione in contanti e si sono dati alla fuga” senza mai tornare.
A quel punto Jerome Roberts, avvocato di SBF, ha chiesto che il suo cliente potesse tenere un braccialetto elettronico alla caviglia in cambio del rilascio.
Ma anche in questo caso la Ferguson-Pratt ha spiegato che dovrà prendere del tempo per pensarci dato che “la giustizia affrettata non è affatto giustizia”.
La decisione è stata rinviata all’8 febbraio 2023, fino ad allora Bankman-Fried sarà tenuto in custodia.
SBF rischia fino 115 anni di carcere
Sul capo di Sam Bankman-Fried pendono ben otto capi di accusa, tra cui riciclaggio di denaro, frode telematica e violazioni del finanziamento della campagna elettorale.
Esperti legali hanno sostenuto che qualora SBF venisse dichiarato colpevole per tutti gli 8 capi di imputazione rischierebbe fino a 115 anni di carcere. In sintesi non rivedrebbe più la luce del sole.
Inoltre oltre a questi 8 capi d’accusa dovrà affrontare separatamente anche le accuse presentate nella giornata di ieri dalla SEC.