Smantellata una cripto-frode tra Italia e Albania

In breve

  • Smantellata una frode che vede al centro le criptovalute
  • I criminali sottraevano le cifre depositate e si rendevano irreperibili
  • L’operazione si è conclusa dopo due anni di investigazioni

Le criptovalute al centro di una truffa

Dopo il caso FTX, che ha sconvolto gli investitori di crypto, ancora una volta le criptovalute sono al centro di una frode. Stavolta ad essere coinvolte sono Italia e Albania.

Le forze dell’ordine italiane e albanesi, in un’operazione congiunta, hanno smantellato una rete dedita a una truffa che vedeva al centro proprio le criptovalute.

L’operazione è stata svolta tra il 13 e il 15 dicembre scorso quando i rispettivi organi di polizia hanno emesso dei mandati di arresto ai principali autori della truffa e successivamente hanno perquisito residenze in Albania.

Inoltre sono stati posti sotto sequestro oltre 160 dispositivi come computer e server sia nel Paese balcanico sia in Italia.

Ecco come operavano i truffatori

Gli autori della truffa contattavano i potenziali investitori da un call center con sede a Tirana, sia attraverso il contatto telefonico, sia tramite e-mail. Al fine di non farsi tracciare usavano numeri telefonici virtuali.

Il gruppo criminale era riuscito ad assicurarsi la fiducia dei clienti promettendo loro dei profitti piuttosto rapidi con degli investimenti di poca entità. Una modalità piuttosto conosciuta nel settore delle truffe.

I clienti venivano poi ricontattati da finti broker che consigliavano loro di investire in criptovalute con un rischio pari a zero.

Ma la truffa non si fermava a questo punto perché gli autori, secondo quanto riportato da Eurojust (l’agenzia transfrontaliera dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata), chiedevano alle loro vittime di

creare un account su un portale e, una volta effettuato il bonifico, hanno azzerato l’account appena creato, hanno sottratto la somma ricevuta e si sono resi irreperibili”.

Eppure questo sistema non era riuscito a trarre tutti in inganno, infatti alcuni erano riusciti a scoprire la truffa, ma era a questo punto che entravano in campo altri truffatori.

Le vittime venivano contattate da altri truffatori, sempre legati alla stessa organizzazione, che chiedevano di effettuare altri depositi per poter riuscire a recuperare i fondi che erano stati rubati.

Un danno stimato in 15 milioni di euro

Eurojust ha fatto presente che

il danno totale causato è stimato a 15 milioni di euro”.

Inoltre si è trattata di un’operazione piuttosto delicata e che ha trovato una conclusione dopo due anni di investigazioni.

Infatti le autorità italiane avevano avviato l’apertura del caso presso Eurojust nel 2020. L’agenzia ha poi avviato tutte le riunioni di coordinamento tra le autorità italiane e quelle albanesi.

Occorre sottolineare comunque che le criptovalute rimangono degli asset sicuri e non bisogna stigmatizzarle a causa delle truffe che vengono perpetrate.

Autore

Sono scrittore e articolista. Appassionato di criptovalute fin dal 2015, mi piace informarmi su tutto ciò che riguarda questo incredibile mondo.

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