Hackerato l’account X del CEO di Algorand

In breve

  • L’account X di Staci Warden, CEO di Algorand, è stato hackerato
  • La community di Algorand ha accolto l’evento con critica ed ironia
  • L’episodiro ricorda quanto avvenuto alla SEC lo scorso 9 gennaio.

L’account di Staci Warden, CEO di Algorand, è stato hackerato, diffondendo giveaway, messaggi satirici e controversi che hanno coinvolto la comunità di Algorand e il fondatore di Tron, Justin Sun, in previsioni ironiche sul crollo del crypto mercato.

I post dall’account X hackerato del CEO di Algorand

Il primo post hackerato ha insultato la comunità di Algorand usando un termine razzista e ha invitato a vendere Algorand per comprare Ethereum.

L’hacker ha poi condiviso una storia ironica su come Justin Sun, il fondatore di Tron, potrebbe portare Algorand a nuove vette, suggerendo ironicamente che il crollo del mercato delle criptovalute sarebbe causato dai progetti di Sun.

E mentre l’ultimo post annunciava un giveaway, quel che è peggio è che al momento della scrittura di questo articolo, appare pinnato in alto un altro contenuto a sfondo razzista diretto alla comunità di Algorand.

Dunque a quanto pare, a diverse ore dall’incidente, non sembra che Staci Warden sia riuscito a riprendere il controllo del suo account X.

La reazione della community

I membri della community di Algorand hanno reagito in modi diversi, alcuni divertiti dalle azioni dell’hacker, altri criticando Warden. Un utente ha suggerito di assumere l’hacker, mentre un altro ha proposto di lasciargli il controllo dell’account.

Alcuni membri della comunità hanno colto l’occasione per criticare Warden, con un utente che ha suggerito che l‘hacker sarebbe stato un “miglior CEO” per la Fondazione Algorand.

Account X compromessi, il caso della SEC

Sembra che sia l’ultima tendenza del settore crypto quella di prendere il controllo di account X di personaggi e entità illustri e iniziare a postare contenuti ingannevoli

L’ultimo caso noto, il più eclatante, è avvenuto il 9 gennaio, quando ad essere stato compromesso è stato niente meno che l’account della SEC che annunciava l’approvazione degli ETF Spot su Bitcoin. Quel giorno la notizia fu smentita, e solo il giorno dopo gli ETF Spot su Bitcoin sono effettivamente approvati. 

Le indagini successive dimostrarono però che non c’era stato un vero e proprio hack quanto un “SIM swap”, cioè qualcuno aveva preso il controllo di un numero che aveva accesso all’account X della SEC. E senza l’autenticazione multi fattore, era stato un gioco da ragazzi entrare nell’account X per diffondere la fake news.

Attenzione alta

Questi casi dimostrano come nel mondo delle criptovalute bisogna sempre mantenere alta la guardia. 

È chiaro che neppure le news e le informazioni provenienti all’apparenza da fonti autorevoli sono del tutto affidabili.

Autore
Content Manager

Giornalista ed appassionata di criptovalute, sono nel settore dal 2018. Credo nelle potenzialità della tecnologia blockchain e delle crypto ma mi tengo a distanza dalle meme coin. Mi definisco un essere estremamente razionale.

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