The Rock Trading lascia 35.000 utenti nell’incertezza

In breve

  • A distanza di due giorni dalla chiusura della piattaforma, non ci sono aggiornamenti ufficiali;
  • The Rock Trading contava 35.000 utenti circa;
  • Si ipotizzano azioni legali.

Il silenzio di The Rock Trading

Dopo che venerdì sera The Rock Trading ha annunciato la sospensione delle attività, non sono stati forniti ulteriori aggiornamenti sull’accaduto.

Non è dato sapere se la piattaforma sta andando verso la bancarotta, o se riaprirà in qualche modo, dopo aver eventualmente trovato il sistema per gestire i suoi problemi di liquidità.

Perché ad oggi, l’unica cosa certa è che The Rock Trading ha avuto problemi di liquidità.

Non si sa altro.

La chat Telegram ufficiale di The Rock Trading è stata convertita in modalità tale per cui solo gli amministratori possono inviare i messaggi.

Resta un messaggio “fissato in alto” nel gergo di Telegram, che comunica agli utenti “che si è reso necessario interrompere l’operatività della propria piattaforma”.

La mobilitazione degli utenti

Secondo Il Sole 24 Ore, The Rock Trading aveva circa 34.000 utenti che a questo punto sono rimasti sprovvisti della piattaforma.

Molti di loro in queste ore si sono spostati su due chat Telegram, The Rock Unofficial, e The Rock Trading Tutela Legale.

Su questo ultimo gruppo si stanno coordinando eventuali azioni legali per tentare di recuperare i fondi ancora bloccati.

Il problema è che al momento non è chiaro se ci sarà una bancarotta, pertanto si dovrà procedere nell’insinuazione nel fallimento, o che altro.

Un sondaggio nella stessa chat mostra che la maggior parte degli investitori (il 21%) aveva investito poco meno di 500 euro, ma spicca un 4% che aveva investito più di 300.000 euro.

The Rock Trading chat Telegram

Chiaramente l’attendibilità del sondaggio è relativa.

Ai malcapitati non resta altro da fare che reperire le prove di quanto investito nella piattaforma prima che chiudesse i battenti.

Al momento l’unica iniziativa concreta è l’apertura di un sito web da parte del SITI (Sindacato Italiano tutela Investitori), che invita a iscriversi per restare aggiornati su eventuali iniziative che saranno prese per tutelare gli investitori.

Cosa può essere successo

L’unica spiegazione alternativa al fallimento, potrebbe essere legata al cambio di banca.

The Rock Trading infatti da poco aveva cambiato partner bancario e dopo aver scisso il legale con Banca Sella, dal 9 febbraio si era affidato a Modulr, società di servizi di pagamento che ha tra i suoi utenti anche Revolut e altre importanti istituzioni finanziarie.

In teoria, secondo il comunicato stampa ufficiale, il nuovo partner avrebbe dovuto facilitare depositi e prelievi, con tempistiche migliori.

Ma già da giorni in realtà venivano segnalati ritardi sia nei depositi che nei prelievi.

Nella chat gli amministratori spiegavano lo scorso 14 febbraio che:

“Il supporto è un po’ rallentato per via del cambio banca. Prevediamo di andare a regime con le risposte entro un paio di giorni lavorativi”.

E ancora, il 15 febbraio:

“Controlli di Compliance aggiuntivi stanno rallentando le nostre procedure per il processing dei prelievi. Anche la migrazione dalla vecchia alla nuova Banca non aiuta a velocizzare il tutto”.

Che ci fosse un certo nervosismo nelle chat era emerso quando gli utenti erano stati avvisati, lo stesso giorno, che messaggi di FUD (acronimo che sta per Fear, uncertainty and doubt, paura incertezza e dubbio) avrebbero comportato il ban.

Il giorno seguente proprio dal co-founder Andrea Medri veniva comunicato che:

“Stiamo facendo una revisione della situazione in corso che sta provocando questi disagi. Appena terminata provvederemo a fornirvi un comunicato ufficiale. Nel frattempo, vi chiediamo di evitare FUD lasciando libera questa chat per assistenza operativa”.

Il giorno dopo, venerdì 17 febbraio, nel tardo pomeriggio è arrivata la doccia fredda con il blocco di tutte le attività.

Come possono tutelarsi gli investitori

I fatti di The Rock Trading hanno sconvolto i malcapitati protagonisti perché in molti pensavano di essere tutelati per il solo fatto che TRT è un exchange italiano con residenza in Italia.

È anche registrato presso l’OAM, l’Organismo Agenti e Mediatori Creditizi, per offrire servizi legati agli asset virtuali (le criptovalute, appunto).

Tuttavia solo adesso appare chiaro come l’OAM non sia sinonimo di garanzia per gli investitori.

L’OAM obbliga gli iscritti ad avere una sede in Italia e obbliga le piattaforme a comunicare dati relativi alle loro attività e alle operazioni dei loro clienti. A sua volta, l’OAM comunica questi dati al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Insomma, lo scopo principale non è tanto tutelare gli investitori quanto contrastare eventuali attività criminali come il finanziamento al terrorismo e il riciclaggio di denaro.

Cryptofacili.com ha scelto di includere tra i migliori exchange crypto e tra quelli che valutiamo solo le piattaforme iscritte all’OAM.

Altre sono sicuramente raggiungibili anche dall’Italia ma offrono ancora meno garanzie di quelle già traballanti offerte dall’OAM.

Allora come proteggersi? Con una semplice regola: not your keys, not your crypto. Ogni volta che si fanno transazioni in criptovalute è necessario custodirle in wallet di proprietà e mai sull’exchange.

Perché gli imprevisti e il rischio di vedere i propri fondi bloccato o peggio, persi, è sempre dietro l’angolo.

Autore
Content Manager

Giornalista ed appassionata di criptovalute, sono nel settore dal 2018. Credo nelle potenzialità della tecnologia blockchain e delle crypto ma mi tengo a distanza dalle meme coin. Mi definisco un essere estremamente razionale.

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