Le accuse di Sam Bankman-Fried a CZ per il crollo di FTX

In breve

  • Il crollo di FTX spiegato in una lettera di Sam Bankman-Fried
  • Le accuse di SBF a Changpeng Zhao
  • “Non ho rubato fondi”: la difesa di SBF

SBF scrive una lettera per spiegare la sua versione

Continua l’epopea FTX e sembra proprio che Sam Bankman-Fried, ex-CEO dell’exchange finito in bancarotta ai primi mesi di novembre, non riesca proprio a tenere a freno le parole e le sue opinioni su quanto accaduto.

Non gli era bastato comparire all’evento del New York Times ‘Deal Book Summit’, quando era stato intervistato da Andrew Ross Sorkin, affermando di non aver mai voluto commettere frodi verso nessuno; non gli era bastato nemmeno comparire davanti al giudice Kaplan proclamandosi non colpevole delle accuse che gli sono state rivolte.

Ora SBF ha deciso di scrivere una lunga lettera, divulgata sulla piattaforma statunitense Substack, dove ha cercato di raccontare la sua versione dei fatti, ma soprattutto di mettere in chiaro di non aver rubato i fondi di nessuno.

“FTX contagio da Alameda”: la spiegazione di SBF

La lettera di Sam Bankman-Fried sembra l’ennesima arrampicata sugli specchi al fine di evitare una condanna.

Ovviamente la parola finale spetta al giudice Kaplan e i tempi non saranno sicuramente brevi.

Per il momento l’ex-CEO di FTX sta forse cercando di combattere con i suoi problemi di coscienza.

Nelle battute iniziali della nuova lettera SBF spiega che l’implosione di FTX è avvenuta grazie alla combinazione di tre elementi imputabili esclusivamente ad Alameda Research.

A cominciare dal fatto che nel 2022 “si è verificata una serie di ampi crolli del mercato, sia nelle azioni che nelle criptovalute” che hanno, poi, portato a una diminuzione dell’80% del valore sul mercato delle proprie attività.

Ma quello che balza subito all’occhio è l’accusa diretta a Changpeng Zhao, CEO di Binance, che viene accusato di aver “provocato un crollo estremo, rapido e mirato” nel novembre dello scorso anno e che ha reso Alameda insolvente.

Da quel momento in poi il contagio da Alameda si è esteso a FTX travolgendolo. Assieme all’exchange ci sono andati di mezzo anche

Voyager, Genesis, Celsius, BlockFi, Gemini e altri”.

La sgangherata auto-difesa di SBF

Subito dopo la sua analisi, SBF entra nel dettaglio dei fondi di FTX US, che afferma essere del tutto solvente, ma soprattutto sottolinea il fatto che è indipendente da FTX International (che ha sede legale alle Bahamas).

Quando ho passato FTX US al signor Ray e al team del Chapter 11, aveva circa 350 milioni di dollari di liquidità netta oltre i saldi dei clienti” si legge nella lettera.

Per SBF, quindi, sembra

ridicolo che gli utenti di FTX US non siano stati ancora integri e non abbiano ancora recuperato i loro fondi”.

Ed è proprio a questo punto che l’ex-CEO di FTX è passato a difendersi dall’accusa di essersi appropriato indebitamente dei fondi dei clienti:

Non ho rubato fondi e di certo non ho messo da parte miliardi. Quasi tutte le mie risorse erano e sono tuttora utilizzabili per sostenere i clienti FTX”.

Dice infatti di essersi

offerto di contribuire con quasi tutte le mie azioni personali in Robinhood ai clienti, o al 100%, se il team del Chapter 11 onorasse il mio indennizzo per le spese legali”.

Ma sembra che le cose non stiano proprio nei modi in cui vengono spiegate da SBF.

Le azioni Robinhood, infatti, sarebbero state acquistate proprio prendendo in prestito centinaia di milioni di dollari da Alameda e quindi non si può certo parlare di azioni personali.

Per ora comunque occorrerà attendere il 2 ottobre, data nella quale è fissato il processo di Sam Bankman-Fried a New York.

Autore

Sono scrittore e articolista. Appassionato di criptovalute fin dal 2015, mi piace informarmi su tutto ciò che riguarda questo incredibile mondo.

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