Fondi Alameda trasferiti: SBF nega i sospetti
In breve
- SBF nega il coinvolgimento nei trasferimenti dai wallet di Alameda Research
- Gli analisti rilevano che i wallet sono collegati a SBF
- Anche Bloomberg, NYT e Financial Times intentano causa
Trasferimenti sospetti dai wallet di Alameda
Nonostante Sam Bankman-Fried sia stato estradato dalle Bahamas e ora si trovi agli arresti domiciliari nella villa dei suoi genitori a Palo Alto, in California, non smette di far parlare di sé.
Due giorni fa l’ex-CEO di FTX ha rimesso mano alla tastiera del suo computer e, attraverso il suo profilo Twitter, ha dichiarato di essere totalmente all’oscuro circa una serie di trasferimenti alquanto sospetti di token presenti nei wallet associati ad Alameda Research.
Ovviamente sono in molti a domandarsi come mai SBF abbia ancora la possibilità di avere accesso a Internet, soprattutto alla luce delle accuse di frode telematica che gli sono state intentate e di cui dovrà rispondere.
SBF nega il coinvolgimento, ma gli analisti…
Nei giorni seguenti il rilascio su cauzione di Sam Bankman-Fried, dove i genitori hanno siglato un’ipoteca da 250 milioni di dollari sulla casa di Palo Alto, i wallet di Alameda Research si sono sostanzialmente riattivati per effettuare dei trasferimenti di fondi piuttosto sospetti.
Secondo quanto riportato da Cointelegraph
“si è scoperto che il wallet di Alameda scambiava bit di ERC-20 con Ether/Tether”.
Inoltre si è notato come un certo wallet abbia ricevuto proprio dai wallet della società oltre 600ETH, parte di questi ETH sono stati scambiati con USDT.
Ovviamente i sospetti sono ricaduti su SBF e più di qualcuno ha
“ipotizzato che potrebbe essere un lavoro interno per eliminare tutto ciò che è rimasto in quei wallet”.
Gli analisti di blockchain si sono messi immediatamente al lavoro e hanno rilevato che questi trasferimenti di fondi pare proprio siano collegati a dei wallet che appartengono al co-fondatore di FTX.
Sam Bankman-Fried, quindi, in data 30 dicembre postando su Twitter l’articolo del Cointelegraph ha specificato che
“nessuno di questi sono io. Non sto e non potrei spostare nessuno di quei fondi. Non ho più accesso a loro”.
None of these are me. I’m not and couldn’t be moving any of those funds; I don’t have access to them anymore.https://t.co/5Gkin30Ny5
— SBF (@SBF_FTX) December 30, 2022
Ovviamente la sua credibilità è ridotta ai minimi termini e queste dichiarazioni, seppur fatte sul web, potrebbero appesantire la sua posizione nei confronti della giustizia.
Inoltre, stando a quanto riportato da Bloomberg, queste transazioni hanno attirato le attenzioni dei pm, che “stanno cercando di capire chi sta facendo cosa con i beni in questione” e soprattutto
“stanno verificando se Bankman-Fried – se sta effettuando le transazioni – stia solo spostando i propri beni o incassandoli senza approvazione”.
Anche i quotidiani economici intentano causa
E mentre si cerca di far luce sugli ultimi sviluppi, anche i quattro organi di informazione economica più importante degli Stati Uniti (Bloomberg, Financial Times, Dow Jones e The New York Times) hanno presentato una causa dove richiedono che vengano divulgati nomi delle persone che si sono responsabili di queste violazioni.
Nel corso del mese di gennaio anche questa petizione verrà presa in considerazione in un’udienza apposita. Nel frattempo non rimane che attendere di vedere cosa dirà Sam Bankman-Fried quando nella giornata di domani comparirà in un’udienza davanti al giudice Kaplan, che ha sostituito il giudice Ronnie Abrams nel caso FTX.